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Differenza tra psicosi e ansia ai tempi del Coronavirus (COVID-19)

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Questo breve articolo non vuole essere sostituirsi a pareri istituzionali, professionali o dare cronache di statistiche. E’ un contributo per riflettere ed orientare le nostre credenze e pensieri, individuali e collettivi, al tempo del Coronavirus (Covid-19).

“Psicosi più contagiosa del coronavirus”

“Psicosi da contagio, dott.ssa XXXX: Niente panico, i bimbi sono meno colpiti dai virus”

“Come difendersi dalla psicosi e non farsi prendere dal panico?”

“Le ragioni per non farsi prendere dal panico da Coronavirus”

Potrei continuare all’infinito anche perché di titoli su testate giornaliste o blog sul Coronavirus (qui la mappa in continuo aggiornamento) sono dozzine e dozzine. Mi piace pensare che sia per una più larga diffusione di informazioni e non per fare “click”.

Una cosa che da giorni mi sta saltando agli occhi in questi giorni è questa confusione tra i termini Psicosi e Panico. Per quanto giornalisti e blogger si ostinino ad utilizzarli come sinonimi, non lo sono. Parlare di Psicosi da virus o di Ansia da virus non è la stessa cosa. Vediamo di approfondire meglio.

PSICOSI DA CORONAVIRUS?

Il termine “psicosi” fu introdotto nel XIX secolo con il significato di malattia mentale. Ad oggi il termine corretto è disturbo psicotico e si intende un disturbo caratterizzato principalmente da un distacco dall’ambiente esterno, con compromissione dell’esame di realtà e disturbi della forma del pensiero e da difficoltà ad iniziare delle attività.

I disturbi psicotici hanno come caratteristiche:

  • Della forma del pensiero: alterazione e fuga delle idee;
  • Del contenuto del pensiero: ideazione delirante;
  • Della sensopercezione: allucinazioni (uditive, visive, olfattive, tattili, gustative).

Quando si parla di “Psicosi da Coronavirus” lo si descrive con caratteristiche simili al Disturbo Psicotico Breve. Da Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), per il disturbo psicotico breve è necessaria la presenza di almeno uno o più dei sintomi seguenti:

  • Deliri.
  • Allucinazioni.
  • Eloqui disorganizzato.
  • Comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico.

Si legge inoltre che “La durata di un episodio del disturbo è di almeno 1 giorno ma meno di 1 mese, con successivo pieno ritorno al livello di funzionamento pre-morboso.”

ANSIA

Mi piace più parlare di Ansia che di Panico, è più corretto. Il disturbo da Attacchi di Panico è concentrato molto sull’attacco di panico in se per se, la paura della paura, di avere un nuovo attacco. La situazione che il Coronavirus (e i media insieme alla fragilità psichica di molti) ha creato è più simile ad un’Ansia Generalizzata che può presentare attacchi di panico.

L’ansia generalizzata è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla presenza di un’allerta costante che oscura ogni comportamento, ogni incontro, ogni giudizio, dei quali si tende a vederne soltanto gli aspetti minacciosi. Il focus della preoccupazione non è limitato ad un oggetto particolare ma tende a spostarsi da un oggetto all’altro. Da DSM-5, per il disturbo d’ansia generalizzato è necessaria la presenza di almeno tre o più dei sintomi seguenti:

  • Irrequietezza, agitazione.
  • Facile affaticabilità.
  • Difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria.
  • Irritabilità.
  • Tensione muscolare.
  • Disturbi del sonno (difficoltà ad addormentarsi o stare addormentati, o un sonno disturbato).

CONCLUSIONI

Se è anche vero che tra i sintomi iniziali e più lievi del disturbo psicotico può esserci un’ansia generalizzata, usare questa terminologia è comunque impropria. Un’esempio su tutti: non è così semplice fare una diagnosi differenziale perché le cose in comune sono pochissime e non sufficienti a far sospettare un disturbo anziché un altro. Al massimo una comorbilità. 

Il rimuginio, quella catena di pensieri negativi, in forma preminentemente verbale, dove il soggetto si fissa sulla natura incontrollabile della preoccupazione e sul suo possibile ruolo nell’evitare gli esiti negativi degli eventi temuti è Ansia. Ciò che rende la preoccupazione patologica (e non il delirio) non è né il contenuto, né il grado della preoccupazione riconosciuta come irragionevole, ma la percezione che la preoccupazione è eccessiva e incontrollabile.

PREOCCUPAZIONE DA CORONAVIRUS: CONSIGLI UTILI

Per arginare il clima di preoccupazione incontrollata, la Società italiana di Psichiatria (Sip) ha messo a punto le regole “anti-panico”:

  • Attenersi alle comunicazioni ufficiali delle autorità sanitarie;
  • Non fare tesoro di ciò che si intercetta online e sui social media, soprattutto se ‘condiviso’ da amici solo virtuali e se non accuratamente verificato;
  • Rivolgersi al proprio medico e non fare domande su gruppi social, chiedendo opinioni;
  • Riconoscere che le cose “spaventose” che attraggono la nostra attenzione non sono necessariamente le più rischiose;
  • Se compaiono sintomi come panico, ansia o depressione rivolgersi allo specialista.

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