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Disturbi del Comportamento Alimentare: ruolo della famiglia

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Nei disturbi del comportamento alimentare il ruolo della famiglia è un aspetto chiave. In questi disturbi rientrano tutte quelle patologie caratterizzate da una relazione problematica con il cibo. Chi ne soffre può manifestare il disturbo attraverso un’eccessiva riduzione dell’apporto calorico giornaliero oppure con un’esagerata ed incontrollata assunzione di cibo.

I disturbi del comportamento alimentare insorgono prevalentemente durante l’adolescenza compromettendo l’intera vita dell’individuo e ponendo anche tutto il sistema familiare di fronte ad una situazione molto complessa da gestire.

CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

I disturbi del comportamento alimentare sono un notevole problema di salute pubblica, in costante aumento, con evidenti riscontri anche in età pre-adolescenziale. Tali disturbi se non adeguatamente trattati, danneggiano la salute psico-fisica dell’individuo e, nei casi più gravi, conducono perfino alla morte.

Nella quinta edizione del DSM, per questi disturbi, è stata elaborata una nuova classificazione e sono stati modificati alcuni dei vecchi criteri. Nella sezione “Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione” il DSM-5 elenca sei categorie diagnostiche principali: pica, mericismo, disturbo alimentare evitante/restrittivo, anoressia nervosa, bulimia nervosa e disturbo di alimentazione incontrollata.

  • Pica è l’ingestione abituale, per almeno un mese, di sostanze non nutrienti e/o considerate non alimentari dalla propria cultura come carta, terra, ghiaccio etc.
  • Il mericismo è l’abitudine di rigurgitare il cibo deglutito per poi deglutirlo di nuovo o sputarlo.
  • Il disturbo alimentare evitante/restrittivo rappresenta un quadro clinico proprio dell’età evolutiva, che tuttavia può manifestarsi anche in età adulta. Si manifesta come insufficienza qualitativa e quantitativa dell’alimentazione rispetto al fabbisogno.
  • L’anoressia nervosa riguarda l’intensa paura del soggetto di aumentare di peso, con alterazione del modo in cui la persona viva sia il peso che le forme del proprio corpo. A questo si aggiunge una persistente mancanza di riconoscimento della gravità del sottopeso corporeo attuale.
  • Nella bulimia nervosa, oltre al fatto che la valutazione di sé è influenzata dal peso corporeo, si assiste a ricorrenti episodi di abbuffate compulsive con conseguenti condotte di eliminazione attraverso vomito autoindotto o uso di diuretici e lassativi.
  • Nel disturbo di alimentazione incontrollata si verificano gli stessi episodi di abbuffate compulsive senza conseguenti condotte di eliminazione. Questo porta ad un significativo aumento del peso corporeo, clinicamente correlato ad obesità di primo grado.

IL TRATTAMENTO BASATO SULLA FAMIGLIA : L’FBT

L’FBT venne elaborato da un gruppo di ricercatori guidati da Christopher Dare e Ivan Eisler presso l’Institute of Psychiatry del Maudsley Hospital di Londra. Il trattamento è considerato multidisciplinare perché include la presenza di un terapeuta primario, di un co-terapeuta sempre presente a tutte le sedute dell’ FBT e di un team composto da infermieri e nutrizionisti.

L’evidenza scientifica ha documentato come il ruolo della famiglia nei disturbi del comportamento alimentare permette una migliore comprensione dei pazienti e ne favorisce la guarigione. L’obiettivo del trattamento è quello di aiutare i genitori ad agire attivamente contro la malattia dell’adolescente. Il problema appartiene all’intera famiglia perché il paziente non ha il controllo sulla malattia e necessita di un aiuto esterno. I genitori vengono anche incoraggiati a trovare da soli dei modi e metodi per alimentare correttamente l’adolescente, così da non dover contare solo sull’autorità esterna del terapeuta che si limita ad offrire un appoggio costante ai loro sforzi. La collaborazione attiva tra l’individuo ed il suo nucleo familiare porta ad un miglioramento graduale dell’autonomia dell’adolescente con successiva ripresa di un peso corporeo ed un comportamento alimentare normale. Il coinvolgimento delle figure genitoriali sia nella terapia sembra essere molto efficace per migliorare la relazione problematica del paziente con il cibo. Tuttavia l’efficacia del trattamento dipende sempre dalla specifica situazione di ogni singola persona.

 

 


Bibliografia

American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5).Washinton, DC: American Psychiatric Association.

Rienecke, R.D. (2017). Family-based treatment of eating disorders in adolescents: current insights.

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