Social-media-e-depressione-covid-zona-rossa

Social media e depressione: prospettive da zona rossa

Condividi l'articolo!

Che social media e depressione siano strettamente collegati è ormai un dato di fatto, supportato da numerose pubblicazioni scientifiche. Secondo Aalbers e colleghi, anche un utilizzo passivo (Passive Social Media Use, PSMU), come la celeberrima “scrollata di feed” sarebbe associata ai sintomi della depressione.
Ciò che a molti però sfugge è il peso della variabile covid sulle malattie mentali, e sulla comunicazione che si fa online su Instagram, Facebook, o altre piattaforme digitali. Ha davvero senso bombardare le persone di informazioni legate alla pandemia?

Un interrogativo difficile che merita chiarezza. Se da un lato sarebbe sensato dare una risposta positiva, perché i cittadini dovrebbero rimanere sempre informati, dall’altro c’è chi sostiene il contrario. La continua esposizione a notizie catastrofiche, o a semplici dati relativi al covid potrebbe colpire duro. Il risultato?

Un aumento delle malattie mentali correlate ad ansia e stress. Ed è esattamente questa la prospettiva presa in considerazione da Gao e colleghi (2020).

SOCIAL MEDIA E DEPRESSIONE: COSA DICE LA SCIENZA?

Lo studio ha raccolto un campione iniziale superiore alle 5.000 persone, reclutate tramite l’utilizzo della piattaforma Wenjuanxing. 4000 Cinesi, con età maggiore o uguale ai 18 anni, sono stati poi sottoposti allo studio in modalità online. Più dell’80% dei partecipanti hanno dichiarato di utilizzare i social media in modo massivo.

Gli autori hanno indagato quindi le correlazioni tra l’esposizione ai social media e l’incidenza di ansia e depressione. I risultati sono stati a dir poco scioccanti: in media, l’incidenza delle malattie mentali ha subito un aumento significativo. Questi dati sono validi anche per l’Italia? Secondo Gualano e colleghi, si. Nella ricerca, anch’essa del 2020, i ricercatori hanno indagato gli effetti della pandemia, e in particolare del lockdown su depressione, ansia e insonnia.

I dati supportano l’ipotesi che l’impatto del covid sia significativo, nell’aumento dei sintomi. E, tra i fattori di rischio, figurerebbe appunto l’utilizzo massivo di internet. Secondo la scienza, quindi, i social media hanno un impatto esclusivamente negativo?

PRO E CONTRO DEI SOCIALMEDIA IN EPOCA PANDEMICA

Ogni buon divulgatore che si rispetti deve fornire allo spettatore uno scenario concreto. Oggi abbiamo valutato un’ipotesi, e il suo contrario. E, anche in questo caso, la risposta è…dipende.

Il cittadino deve sapere, e di certo attività legate ad enti pubblici, che promuovono la buona informazione, sono presenti anche sui social. Un’esposizione massiva, tuttavia, risulta controproducente. La risposta sensata sarebbe “Ok, allora basta utilizzare i social con moderazione”.

Peccato che sia impossibile, per illimitate ragioni, tra le quali:

  • I social creano dipendenza (non è uno scherzo).
  • I contenuti coi quali interagisci influenzeranno ciò che ti verrà mostrato in futuro.

È fondamentale soffermarsi sul secondo punto. In breve, se una persona interagisse con post di Facebook che parlano di covid, Edgerank (che sarebbe il nome dell’algoritmo di Facebook) sarà portato a mostrare contenuti simili.

Quindi, relativi alla pandemia. Il medesimo ragionamento vale anche per YouTube, Instagram, e compagnia. Più commenti, metti like, o condividi post di un argomento, e più ne vedrai in futuro. Un bel problema, se l’esposizione massiva viene considerata come correlata positivamente a patologie mentali. Come fare?

Ecco un paio di consigli che mi sento di darti per una ragione principale: lavoro nel digital, e sono costantemente online, per conto mio o di miei clienti.

CONSIGLI DIGITALI: CONTROLLA IL FLUSSO DELLE INFORMAZIONI

Data la mia professione, sono costretto a gestire un numero infinito di notifiche push, e-mail, e ormai anche sms (dovuti ad un sempre crescente utilizzo del sms marketing). Per questo, ho trovato dei modi per limitarne l’utilizzo tramite app di terze parti.

Esistono infatti, sul marketplace di google o di iOS fantastici software che, gratis o per pochi euro, ti permetteranno di filtrare le informazioni. Nel caso tu avessi la memoria del telefono sempre piena, non preoccuparti: potrai disattivare le notifiche delle app manualmente.

Per concludere, i social sono una grande risorsa. Ci permettono di raggiungere un numero illimitato di persone, nei mercati di tutto il mondo. Le loro potenzialità, tuttavia, vanno comprese appieno e, dove fosse necessario, limitate.

Non è lo strumento in sé a nuocere, ma l’utilizzo che decidi di farne.

 

 


Bibliografia

Aalbers, G., McNally, R. J., Heeren, A., De Wit, S., & Fried, E. I. (2019). Social media and depression symptoms: A network perspective. Journal of Experimental Psychology: General, 148(8), 1454.

Gao, J., Zheng, P., Jia, Y., Chen, H., Mao, Y., Chen, S., … & Dai, J. (2020). Mental health problems and social media exposure during COVID-19 outbreak. Plos one, 15(4), e0231924.

Gualano, M. R., Lo Moro, G., Voglino, G., Bert, F., & Siliquini, R. (2020). Effects of Covid-19 lockdown on mental health and sleep disturbances in Italy. International journal of environmental research and public health, 17(13), 4779.

Articoli sempre aggiornati sul mondo della Psicologia

Direttamente nella tua casella di posta!