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Lo stress sul personale sanitario: infermiera si suicida

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Un’infermiera di 49 anni, che lavorava all’ospedale di Jesolo con pazienti Covid-19, si è tolta la vita gettandosi nel Piave, a Cortellazzo (Venezia).

Silvia era a casa in isolamento da due giorni perché febbricitante. L’infermiera, che viveva da sola, era stata anche sottoposta al tampone, ma non le era stato ancora comunicato il risultato. Dai primi rilevamenti sembra che si tratti proprio di suicidio.

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In un contesto lavorativo in cui la frenesia è il ritmo obbligato è un rischio reale lasciarsi sopraffare dai turni massacranti, dalle tante responsabilità, dalle difficoltà in corsia, dalle richieste dei pazienti.

L’epidemia da coronavirus imperversa sull’Italia e sul resto del mondo. Una corsa contro il tempo che ancora non sembra rallentare. Medici, infermieri, professionisti sanitari, volontari, lavorano da settimane senza sosta, secondo i ritmi dettati da un’emergenza improvvisa che non si sa quando finirà. Una pressione, una fatica difficile da sostenere soprattutto per chi lavora nelle terapie intensive, che può causare crolli a livello psico-fisico.

LO STRESS

Già nel 1984 gli psicologi Lazarus e Folkman definirono lo stress come un particolare tipo di rapporto tra la persona e l’ambiente che viene valutato dalla stessa come difficoltoso, minaccioso al proprio benessere o superiore alle proprie risorse. Lo stress rappresenta la condizione che si attiva in relazione ad una sollecitazione esterna che comporta una serie di comportamenti. Questi, se protratti nel tempo, possono assumere carattere di patologia se non affrontati subito.

Ogni individuo possiede un diverso livello di resistenza allo stress. Il termine cappello stress in realtà si sviluppa in due tipologie: quello negativo, chiamato distress (la richiesta da parte dell’ambiente è superiore alle capacità del soggetto di affrontarla e risolverla), e quello positivo denominato eustress (l’individuo riesce ad adattarsi con successo alle richieste dell’ambiente). È importante, quindi, distinguere lo stress legato a una condizione sulla quale non ho alcun controllo, come la pandemia da coronavirus (Covid-19) dallo stress.

Generalmente, lo stress ha effetti sulla salute in due modi: con l’insorgenza di alcuni campanelli d’allarme (ad esempio, insonnia, stanchezza, fatica, tachicardia) e inducendo un cambiamento nei nostri comportamenti.

REAZIONE ALLO STRESS: IL BURNOUT

Alcuni di noi hanno scelto professioni dove c’è contatto umano, che viene comunemente sperimentato come gratificante e arricchente, ma che può diventare per alcuni fonte di stress. Il lavoro di infermiera non fa eccezione.

Tutte le cosiddette helping profession, ovvero le professioni d’aiuto, sono quelle più coinvolte nella sindrome di burnout. Il termine sindrome da burnout (BOS) fu coniato nel 1974 dallo psicologo americano Freudenbergerper per indicare una sindrome caratterizzata da un particolare tipo di reazione allo stress, sperimentata dagli operatori sanitari (concetto successivamente ampliato ad altre categorie di “helping profession”). L’incidenza dello stress nella professione infermieristica è risultata con i livelli più alti di stress e burnout rispetto ad altri professionisti in ambito sanitario. Diversi studi internazionali condotti negli ultimi anni, infatti, hanno individuato che il fenomeno abbraccia dal 32,1% al 79% del personale infermieristico che ha rilevato medi e alti livelli di esaurimento.

 

 


Bibliografia

Freudenberger HJ. Staff burn-out. J Social Issues 1974; 30: 159-65.

Sentinello M, Negrisolo A (2009) Quando ogni passione è spenta. La sindrome del burnout nelle professioni sanitarie. Milano: McGraw-Hill.

Violante S, Benso PG., Gerbaudo L, Violante B (2009) Correlazione tra soddisfazione lavorativa e fattori di stress, burnout e benessere psicosociale tra infermieri che lavorano in differenti ambiti sanitari. Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, 31(1), 36-44.

Verhaeghe R, Vlerick P, Gemmel P, Van Maele G., De Backer G. (2006) Impact of recurrent changes in the work environment on nurses’ psychological well-being and sickness absence. Internetional Journal of Nursing Studies, 56(6), 646-56.

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