analfabetismo-emotivo-adolescenti-emozioni

Gli analfabeti delle emozioni: Analfabetismo emotivo tra gli adolescenti

Condividi l'articolo!

L’analfabetismo emotivo e gli adolescenti: qual è il legame?

L’analfabetismo emotivo, secondo Daniel Goleman (1995), è l’incapacità di riconoscere e gestire le proprie e altrui emozioni, i comportamenti relativi e la mancanza di consapevolezza dei motivi per i quali si provano determinate emozioni. Gli analfabeti emotivi hanno difficoltà a provare empatia, piuttosto manifestano distacco e freddezza emotiva (Matthews, 2006).

Oggigiorno nel gergo comune si tende associare la parola “adolescenza” a quella di “analfabetismo emotivo”. I motivi risiedono nelle caratteristiche intrinseche della fase di vita adolescenziale. Studi su questo periodo di sviluppo (Lewin, 1939; Erikson, 1950; Marcia, 1966; Sestito, Parrello, 2004) definiscono l’adolescenza come una fase particolarmente delicata e critica in cui il giovane sperimenta diverse modificazioni, da quelle fisiche e cognitive a quelle relazionali e sociali, in cui si struttura e sviluppa un’identità personale e un’identità sessuale, e dove si affinano le abilità/competenze emotive e psicologiche.

Ed ecco che giungiamo alla capacità empatica. Questa permette di mettersi in connessione non solo con le proprie emozioni, ma anche e soprattutto con quelle altrui. Insufficienti livelli di questa competenza possono portare l’adolescente ad attuare una serie di condotte e comportamenti ostili.

Durante la fase adolescenziale, quindi, si ha il passaggio verso una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni. Tuttavia, prima che questa transizione si stabilizzi, i ragazzi possono vivere una vera e propria fase di confusione emotiva dovuta all’insieme dei cambiamenti che stanno affrontando. Dunque, appare importante evidenziare come l’aspetto della sfera emotiva risulti essere estremamente delicata e come in questo periodo di vita il giovane si trovi a dover affrontare diversi cambiamenti, e ad essere quindi anche più vulnerabile e suscettibili agli eventi della vita stessa.

Da ciò si evince che l’analfabetismo emotivo negli adolescenti è una condizione subdola e quindi da non sottovalutare.

QUALI SONO LE CAUSE DELL’ANALFABETISMO EMOTIVO NEGLI ADOLESCENTI?

I giovani adolescenti, lasciati sempre più soli ad immergersi e a nuotare nell’immenso oceano della vita, sono sempre più sostenuti dalla tecnologia e dal gruppo dei pari. La loro emotività e le loro risorse e competenze spesso non vengono accolte e indirizzate nel modo giusto. Gli adulti sono sempre più preoccupati che i loro figli siano bravi a scuola, intelligenti, sani e sportivi, ma l’educazione emotiva e sentimentale appare spesso carente. Questa carenza crea un vuoto nelle relazioni e nella comunicazione che solo parzialmente è riempito con le amicizie dei coetanei o con la tecnologia (Di Stefano, 2019).

L’apprendimento della sfera emozionale è infatti molto importante. I bambini e gli adolescenti hanno bisogno della convalida emotiva. In questo modo familiarizzano con le proprie emozioni e imparano a identificarle e a gestirle in maniera funzionale. Per questa ragione solitamente l’analfabetismo emotivo si produce nelle famiglie dove le emozioni vengono represse ed etichettate come negative e incontrollabili.

Più ai bambini e agli adolescenti viene fatta fare esperienza delle relazioni e delle emozioni che provano e che avvertono dentro di loro, e più in essi accresce la comprensione di se stessi e del mondo circostante (Bara, 2005). Ed è questo che incrementa l’intelligenza emotiva, contrapposta all’analfabetismo emotivo e definita da Goleman nel 1995, ossia

“la capacità di motivare se stessi, di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione, di modulare i propri stati d’animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare, di essere empatici e di sperare”.

CHE RELAZIONE C’É TRA ANALFABETISMO EMOTIVO NEGLI ADOLESCENTI E SOCIAL NETWORK?

La presenza di analfabetismo emotivo è strettamente relazionato ai social network, in quanto derivato dalla maggiore quantità di relazioni mediate rispetto a quelle dirette, che caratterizzano i comportamenti sociali di questa generazione. Si parla di digitalizzazione dei processi emotivi e relazionali degli adolescenti poiché abbiamo relazioni che vengono spogliate del loro impatto emotivo, che è invece presente nella dimensione fisica, reale. Questo aspetto porta a una conseguente diminuzione di capacità empatica e ad un disinteresse emotivo che, nel contesto cyber (virtuale), unitamente all’illusione di onnipotenza e di protezione per l’anonimato, porta all’innesco di tutte una serie di comportamenti ostili e criminali, come ad esempio il cyber-bullismo (Brega e Perrone, 2019).

Il cyber spazio si presenta anche come un vero e proprio contenitore capace di ospitare emozioni e stimoli a cui attingere nei momenti di noia cronica, monotonia e nei momenti di vuoto che spesso pervadono gli adolescenti. È attraverso i social network che passa la comunicazione quotidiana e che permette una maggiore disinvoltura, spesso corroborata dalla possibilità di agire in anonimato, a un diverso modo di potersi relazionare all’altro, portando a un linguaggio e a un comportamento online più disinibito e imprudente. Ed è in questa sede che l’analfabetismo emotivo trova terreno fertile. Proprio in virtù del fatto che l’interazione mediata dal dispositivo e la perdita della componente fisica porta e priva il soggetto, l’adolescente, di un importante punto di riferimento nel processo di apprendimento delle emozioni, e quindi diventa difficile non solo apprendere i propri stati emotivi ma anche comprendere quelli altrui (Brega e Perrone, 2019).

QUALI SONO I RIMEDI PER CONTRASTARE L’ANALFABETISMO EMOTIVO NEGLI ADOLESCENTI?

Per contrastare e prevenire l’analfabetismo emotivo negli adolescenti, come descritto precedentemente, è fondamentale educare sentimentalmente ed emotivamente i bambini. Il ruolo dei genitori e degli insegnanti dunque appare centrale per regolare le emozioni e permettere di crescere emotivamente e a livello intellettuale. Saper parlare dei propri sentimenti è anche un modo per migliorare le capacità comunicative e l’apprendimento cognitivo, che alle emozioni è strettamente connesso (Goleman, 2000).

Nello specifico possiamo potenziare le competenze emotive, relazionali e cognitive degli adolescenti, che risiedono nelle nostre abilità e capacità dette “life skills”.

È opportuno:

  • Rafforzare l’elasticità, cioè saper rispondere adattandosi e reagendo in modo positivo alle frustrazioni e ai problemi;
  • Promuovere le competenze sociali e relazionali;
  • Costruire una chiara e positiva identità;
  • Favorire l’autodeterminazione;
  • Sviluppare i legami con la famiglia, con la scuola e con la comunità di appartenenza;
  • Rafforzare norme e attività prosociali.

È stato riscontrato (Goleman, 2000) che in questo senso risultano proficui e vantaggiosi lavori di gruppo e di cooperative learning in cui il bambino e/o l’adolescente può creare relazioni efficaci e incrementare il coinvolgimento empatico, riducendo così la capacità di sviluppare l’analfabetismo emotivo.

 

 


Bibliografia

Bara, B.G. (2005) Nuovo manuale di psicoterapia cognitiva: secondo volume. Clinica, In Bollati Boringhieri

Di Stefano, F. (2019) Analfabetismo emotivo e dislivello prometeico: la prospettiva di Günther Anders, RIFL (2019) SFL: 417-428.

Galimberti, U. (2008) L’ospite inquietante, In Feltrinelli.

Goleman, D. (1995) Intelligenza emotiva. Che cos’è e perché può renderci felici, In BUR Goleman, D. (2000) Lavorare con intelligenza emotiva.

Matthews, B. (2006) Engaging Education. Developing Emotional Literacy, Equity and Co-education, In Buckingham.

Perrone, G. & Brega, R. (2019) Cyber-odio: normativa, analisi criminologica e rimedi, In NEU Nuova Editrice Universitaria

Articoli sempre aggiornati sul mondo della Psicologia

Direttamente nella tua casella di posta!