Lettura e neurolettura sul web

Condividi l'articolo!

Prima di addentrarci nel mondo della neurolettura, cerchiamo di capire cosa si dice sul web della semplice lettura. Provate cercare su internet. Noi l’abbiamo fatto, digitando su Google due semplici parole “Lettura, benefici”. Abbiamo trovato un’infinità di materiale, dove le fonti non vengono mai citate.

Diffidate da chi non cita le fonti, peggio anche della gente che parcheggia in doppia fila. Scremando la maggioranza delle porcherie, abbiamo trovato centina di pagine che citano lo stesso articolo scientifico della Sussex University del 2009, sostenendo che

“…per la riduzione dei livelli di stress, la lettura si è dimostrata uno dei metodi più efficaci, andando a diminuire lo stress del 68%!”

Detto così, la lettura sembra essere uno dei rimedi più efficaci nel mondo per combattere lo stress. Ma cosa significa “diminuire lo stress del 68%”? Detto così, niente. Sarebbe come affermare “L’acqua frizzante è più frizzante del 100%”, senza riportare che l’altra variabile presa in considerazione sia…l’acqua naturale.

Prima di andare avanti a leggere domandatevi cosa sia lo stress. Perché leggere abbassa lo stress? E soprattutto, cos’ha realmente preso in considerazione lo studio del 2009?

LETTURA E STRESS

Lo stress è una risposta psicofisiologica ad alcuni stimoli naturali che ha permesso alla nostra specie di sopravvivere nei secoli. Cosa fareste se, dalla porta del vostro salotto, entrasse un leone affamato? I più temerari lo affronterebbero, gli altri (me compreso) se la darebbero a gambe. In questo caso il leone è lo “stressor”, lo stimolo che provoca in noi un certo livello di stress. Il nostro cervello comincerà a produrre alcune sostanze (cortisolo, adrenalina, noradrenalina). Questo ci permetterà di essere scattanti e di scappare, oppure di affrontare il leone con una marcia in più. Una vita frenetica, o un lavoro che implica una continua presa di decisioni fondamentali (manager di una grande azienda, per esempio) possono portare a livelli troppo elevati di stress. La lettura può certamente essere un modo per abbassare livelli di stress elevato, a causa dello stato di rilassamenti che induce. In questo modo, viene contrastata la produzione degli ormoni qui sopra citati. Si passa da uno stato di attivazione a uno più rilassato.

LETTURA EVIDENCE-BASED: C’era una volta alla Sussex University, nel 2009…

Lo studio tanto citato, che peraltro non abbiamo trovato in versione integrale, affermerebbe che leggere sarebbe più efficace nel ridurre lo stress del

  • 68% rispetto ad ascoltare musica;
  • 100% rispetto a bere una tazza di tè;
  • 300% rispetto a farsi una passeggiata;
  • 700% rispetto a giocare ai videogames

I risultati dello studio supportano l’ipotesi di partenza degli autori, in modo significativo. Leggere, secondo lo studio del 2009 della Sussex, risulta combattere lo stress in modo superiore rispetto ad ascoltare musica, bere una tazza di tè, passeggiare e giocare ai videogames. Ora è tutto più chiaro. In sintesi, poche pagine di un buon libro alla fine di una giornata faticosa possono aiutare a rilassarsi, rendendo il sonno più accessibile. Lo studio in sé potrebbe anche essere ritenuto interessante, il fatto di distorcere le informazioni per avere più visualizzazioni con frasi Eye-Catching no.

Nonostante l’informazione sia da rivedere, la lettura ha un certo effetto benefico sul nostro cervello in termini di rilassamento, e non solo. Altri effetti scientificamente validati, che tratteremo in futuro in questa sezione sono:

  • Lettura ed empatia.
  • Gli effetti della lettura su invecchiamento e demenza.
  • Le funzioni esecutive (memoria, attenzione) e la lettura.
  • Lettura e comprensione di sé stessi.

La neurolettura è lo studio dei processi cerebrali implicati nella lettura. La cosa più interessante è che, secondo alcuni, il nostro cervello non sarebbe naturalmente predisposto alla lettura. Analizziamo da vicino cosa accade, partendo dall’occhio che carpisce le lettere sul foglio. Spostandosi rapidamente tra un segno e l’altro. Le parole vengono identificate, l’informazione passa così, per una via tanto lunga quanto veloce (si parla di 100/150 millisecondi) al cervello. La teoria classica identifica due vie di elaborazione dell’informazione visiva: la via fonologica (trasformazione delle lettere in suoni) e la via lessicale (magazzino dove vengono depositati i significati delle parole). Durante il processo di lettura vengono quindi sollecitate diverse aree del cervello: vie visive, aree del linguaggio, aree della cognizione. Questo lo rende un processo a dir poco complesso, e di difficile apprendimento.

LETTURA E RIVOLUZIONE TECNOLOGICA

Essendo una rivoluzione relativamente recente (4000 anni), il nostro cervello non avrebbe avuto il tempo necessario di adattarsi al 100%. Ma allora, com’è possibile che tu, in questo momento, stia leggendo questo articolo? Per dare una spiegazione plausibile, Dehaene definisce il concetto di riciclaggio neuronale. In altre parole, la lettura avrebbe subito cambiamenti fino a diventare “compatibile” con il nostro cervello, decodificabile dai nostri occhi, non il contrario. Qualunque sia la reale spiegazione, resta il fatto che l’apprendimento della lettura sia difficile, almeno all’inizio, per l’essere umano. Si stima infatti che il 10% dei bambini, una volta adulto, continuerà a non padroneggiare i rudimenti della comprensione di un testo (Fioroni, 2013).

 

 


Bibliografia

Fioroni F. (2013). Neuroscienze e Lettura. Enthymema, VIII, 223-228.

Articoli sempre aggiornati sul mondo della Psicologia

Direttamente nella tua casella di posta!