Perché usiamo i Social Media? Neuroscienze e Instagram

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I social media sono un fenomeno globale, impossibile da ignorare. Al colosso Facebook, si affiancano Instagram, Pinterest, Twitter, etc. Come se non fosse sufficiente, ora anche Youtube e Spotify hanno integrato delle funzionalità molto simili ai social.

In pochi anni, queste applicazioni hanno letteralmente conquistato l’umanità, fino ad arrivare ai più che notevoli numeri odierni (si stima che in america il 74% degli adulti online è attivo su più di una piattaforma social. E in italia? Guardati in giro…). Scopriremo oggi perché i social media sono così efficaci.
Così, un bambino che alle elementari veniva “rinforzato” con una ricompensa dopo un buon voto, percepisce la medesima sensazione pensando ai likes che oggi farà al prossimo selfie. Il meccanismo implicato riguarda determinate aree cerebrali che si attivano in risposta ad uno stimolo, in questo caso i social media e le interazioni che avvengono in questo ambito.
Cosa significa, tutto ciò?

SOCIAL MEDIA E CERVELLO

La ricompensa è un rinforzo positivo, incentiva il bambino a impegnarsi nello studio. In questo modo egli proverà piacere. Allo stesso modo, i likes dei social danno piacere, lo stesso identico piacere di quando, nella vita reale, riceviamo un complimento. Sia nel contesto reale che social, infatti, dopo una ricompensa si attivano nel nostro cervello le stesse aree cerebrali, e viene rilasciato lo stesso neurotrasmettitore: la dopamina, altrimenti conosciuta come ormone del piacere.
Nonostante questi rinforzi possano essere percepiti come astratti, di fatto sono più concreti che mai. E cosa stanno rinforzando? Nient’altro che l’utilizzo massivo della piattaforma, e ottenere likes, commenti o condivisioni. Se volessi, potrei dipingere un quadro pessimistico del futuro, dicendo che i social sono il male assoluto, e che il mondo al tempo di mio nonno era migliore perché i tablet e i computer non esistevano, bastava la fantasia.

Vorrei farlo, ma non posso, sono contro i luoghi comuni. Che poi, al giorno d’oggi, essere contro i luoghi comuni è diventato un luogo comune. Tornando a noi, l’aspetto della ricompensa è solo la punta dell’iceberg. Andiamo più a fondo.

SOCIAL MEDIA E RICERCA SCIENTIFICA

Il successo dei social media potrebbe essere spiegato dalla ricerca scientifica?

Secondo Meshi e colleghi, le persone utilizzerebbero i social media per due ragioni principali: connettersi con altre persone e gestire l’impressione che suscitano negli altri.
Importante è sottolineare che questi bisogni non sono nati con l’avvento dei social: ricordo che un tale Aristotele, nel descrisse l’essere umano come Zoòn Politikòn, ovvero come animale sociale. Appartenere ad un gruppo rende più forti, aumenta le probabilità di sopravvivenza. Prosegue poi McClelland, definendo il bisogno di affiliazione come primario nell’essere umano.

Simile il discorso per il secondo punto: perché mi vesto bene per andare ad un colloquio? Per dare una buona impressione di me stesso. La motivazione a fare bella figura in qualsiasi ambiente è forte in ognuno di noi.

I social non hanno fatto altro che cavalcare l’essere umano, aumentando all’ennesima potenza comportamenti preesistenti. Le ricerche in neuroscienze hanno dimostrato che vi sono differenze strutturali tra i cervelli delle persone abituate a muoversi nel mondo online, ma questo non dovrebbe stupire.

Come ben sappiamo, il cervello è una struttura plastica, capace di modificarsi ed adattarsi anatomo-funzionalmente in base all’esperienza. In ogni caso, le evidenze neuroscientifiche sono ancora esigue, e non è possibile dire di più senza cadere nel banale, o più pericolosamente nel nulla.

 

 


Bibliografia

Meshi, Dar et al. The Emerging Neuroscience of Social Media. Trends in Cognitive Sciences , Volume 19 , Issue 12 , 771 – 782.

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