Stimolazione elettrica del cervello e performance: funziona davvero?

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Stimolazione elettrica del cervello: una bella scossa nei punti giusti, e correrai più veloce di Bolt, più o meno.

Magari fosse così semplice. Esistono tecnologie che vengono impiegate nello sport per migliorare la performance dal punto di vista psicofisiologico. Grandi aziende hanno monopolizzato il mercato di questi prodotti, investendo montagne di soldi in campagne di marketing ben ideato.
La stimolazione elettrica diretta del cervello è una di queste tecnologie tanto futuristiche quanto curiose. Come funziona? Ma soprattutto, esistono prove scientifiche a riguardo?

CUFFIE BLUETOOTH E STIMOLAZIONE ELETTRICA DEL CERVELLO

Oggi parleremo di HaloNeuroscience, una cuffia all’avanguardia che sfrutta la stimolazione a corrente elettrica diretta al cervello per migliorare la prestazione sportiva. Si, hai capito bene, una cuffia. Per la precisione, una cuffia Bluetooth, con la quale potresti ascoltare anche la tua musica preferita. Ha davvero senso pensare che, posizionando degli elettrodi sulla testa, in corrispondenza delle aree cerebrali deputate al controllo motorio, un atleta possa migliorare la propria performance?
Gli scienziati del team di Halo dicono che si, è possibile e a sentire loro esistono evidenze attendibili. Andiamo a dare un’occhiata più da vicino.

UNA CUFFIA PER DOMARLI

“Una cuffia per domarli, una cuffia per trovarli, una cuffia per ghermirli e nel buio incatenarli!”

Andiamo a vedere perché, nella teoria, uno strumento come Halo Neuroscience potrebbe migliorare la performance tramite la stimolazione elettrica del cervello.

In ogni sport, la difficoltà principale sta nell’apprendere i movimenti cardine, sui quali sarà poi possibile costruire una prestazione di alto livello. Il segreto del successo, quindi, sta nella qualità del movimento, nel controllo motorio. E questo vale in ogni disciplina, dal Karate, al Powerlifting, al Calcio e alla Pallavolo.

Gli atleti che hanno provato la cuffia, ne sono rimasti particolarmente colpiti. Natasha Hastings afferma che l’allenamento con la Halo le ha permesso di:

  • Migliorare la sua esplosività.
  • Migliorare l’espressione di forza.
  • Apprendere più velocemente nuove skills.

Nel caso non la conoscessi, Natasha Hastings è una velocista statunitense, vincitrice di ben due medaglie d’oro olimpiche. Strabiliante, vero?

Attenzione però: la Hastings è testimonial del brand, così come ogni altro atleta olimpico o di caratura internazionale che appare sul sito. Queste informazioni, quindi, non hanno valenza scientifica.

Il sito dell’azienda mette a disposizione una miriade di studi sull’efficacia dello strumento, che tuttavia, se analizzati con occhio critico, mostrano limiti importanti.

DALLA SCIENZA PER GLI ATLETI

Nel 2019, Park e Colleghi misero alla prova la cuffia su un campione di partecipanti sottoposti a prove fisiche e cognitive.

I risultati mostrarono un leggero aumento della performance fisica e cognitiva nei partecipanti, se stimolati con la cuffia Halo Neuroscience. Fin qui tutto bene, andiamo più a fondo. Si, perché lo studio in questione presenta enormi limiti.
Il campione era composto da soli nove individui, e la durata delle prove consisteva in sei serie di scatti su bicicletta. La prova cognitiva? Un compito di stroop pre e post test. Inoltre, i criteri di inclusione risultano poco dettagliati Vennero reclutate persone definite sportive, che quindi svolgessero almeno tre sessioni di attività fisica a settimana nei mesi precedenti.

LIMITI PRINCIPALI DELLA RICERCA SULLA STIMOLAZIONE ELETTRICA DEL CERVELLO

I limiti principali sono quindi l’esegua numerosità del campione, e la mancata specificità nei criteri di inclusione. Tre sessioni di attività fisica a settimana, ok. Che tipo di attività fisica, beh, resterà sempre un mistero. E questa sarebbe un’informazione fondamentale, perché i risultati ottenuti dallo studio potrebbero essere influenzati dal tipo di sport praticato dal singolo.

Gli studi citati dal team Halo, quindi, possono sicuramente essere ritenuti un buon punto di partenza ma, sicuramente, non un punto di arrivo. Siamo ben lontani dal poter affermare che strumenti simili siano evidence-based.

 

 


Bibliografia

Park, S.B., Sung, D.J., Kim, B., Kim, S. & Han, J.K. (2019). Transcranial Direct Current Stimulation of motor cortex enhances running performance. PLOS ONE 14(2).

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